mercoledì 22 gennaio 2020

Sussurri della Fioritura -XVI-

Quando l'ultima di quelle parole fu pronunciata, quiete e ozio andarono persi per sempre. Si alzarono i venti della guerra, i cieli divennero cupi, gli oceani mormorarono irrequieti e i dolci frutti di Ama Nundra Mun fecero cancrena negli stomaci delle creature. Il dràna che aveva sfidato gli Eterni discese allora la montagna e chiamò i suoi simili in una vasta vallata. Da un capo all'altro del crepaccio sfilarono a perdita d'occhio gli orrori suoi fratelli e sorelle e ad essi si rivolse, abbracciando la sterminata assemblea col suo sguardo totale, perché la struttura fisica del dràna non aveva spalle e il suo unico occhio blu dalla pupilla d'argento poteva essere fissato da ogni parte, malgrado non fosse utile alla vista. Disse che non c'era nulla da temere e che li avrebbe guidati alla vittoria, se glielo avessero permesso. Mentre parlava, spirali di fiori di carne gli crebbero intorno e la brezza rinforzò vorticando ai confini della valle.
Tra la folla grottesca si erse una sagoma contorta, coi diciotto arti lucidi degli umori delle creature di cui si era nutrita, e parlò sferzando l'aria con l'ala di pipistrello che aveva al posto della testa. "Il sangue, l'acqua e il fuoco sono troppo grandi, troppo antichi, e noi troppo giovani."
Prima che il dràna al centro di tutto potesse rispondere, un coro di risate sinistre tuonò dalle profondità dei cieli e una danza di voci precipitò nella fosca assemblea, blandendone dubbi e paure. Il Coro cantò per farsi riconoscere dai suoi figli, poi li istruì sulla materia e sugli Eterni. Tenne però l'insegnamento più importante per il dràna al centro di tutto, riconoscendogli il comando. A lui e a lui soltanto, il Coro rivelò i Quattro Codici.
Forte della conoscenza, egli tornò sulla cima della montagna e si rivolse alle nubi incandescenti che X'En aveva assembrato rancoroso, privando i ribelli della rassicurante presenza delle stelle e del buio. Disse "Tu, Fiamma Immortale, rispetterai il Primo Codice: non toccherai Ama Nundra Mun se non da lontano col tuo respiro". A quelle parole, il cielo rosso iniziò a crepitare saette.
Poi il dràna guardò giù, dove il mare si abbatteva rabbioso sulla roccia "Tu, Materia Sussurrante, rispetterai il Terzo Codice, perché l'unica tua ricchezza risiede nell'Abbraccio"
Quindi, mentre le onde cercavano disperatamente di risalire l'altissima parete che separava il mare dalla vetta della montagna, il dràna penetrò con lo sguardo oltre le celesti mura di fuoco e vide Szotlan. "E tu, Primo Sangue, rispetterai il Quarto Codice: la mia razza è nativa di Ama Nundra Mun e quindi soggetta a natura. Il tuo sacrificio non ha preso parte alla nostra nascita, ma non perché lo abbiamo chiesto."
Il dràna discese ancora una volta la montagna e questa volta per sempre. L'ala di pipistrello vibrò curiosa "Non hai evitato la guerra, lo sai. Allora cosa hai fatto?"
"Ho stabilito le regole."

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