mercoledì 1 gennaio 2020

Sussurri della Fioritura -XIII-

La profezia della Fiamma Immortale arrivò a fioritura negli attimi successivi alla sua pronuncia: trascendendo i limiti del grembo di Drà, che aveva già avidamente drenato per nutrirsi, Zatamana estese la sua aura affamata fino ai limiti del cosmo e poi giù nelle fondamenta della Materia stessa. Un concerto di voci suadenti e blasfeme, su cui persino Ahn non aveva potere e anzi ne venne sedotto, si sparse come peste purulenta corrompendo la natura di chiunque e qualunque cosa avesse toccato. Dopo aver punto la superficie della luce fino a creparla, infatti, il morbo trasfigurò l'aspetto dell'ombra e i suoi più intimi riflessi, creando i colori freddi dal loro negativo luminoso, appannaggio degli astri. L'effetto si estese alla vita tanto quanto alla materia inerte, all'Eterno come alla più umile creatura di Ama Nundra Mun, creando il caos là dove c'era l'equilibrio di un presente immutabile e dilatato nell'eternità.
Se questa era la gravità della pressione esercitata dalle voci di Zatamana durante l'incubazione, alla nascita non ebbero più alcun freno e tutti gli Eterni furono colpiti da una raggelante sordità e bloccati lì dov'erano, prede di un sentimento estraneo alla loro natura.
Il nuovo Eterno strisciò fuori dall'utero di nebbia e guardò il cosmo con occhi ridenti, mentre le sue molte voci facevano ancora della Materia il proprio trastullo. Allora Ik Ki capì cosa significasse l'avvertimento di X'En e ordinò a questi di porre rimedio con la Fiamma. Felice di consumare, X'En richiamò la collera che aveva tenuta soppressa dentro di sé e crebbe in molti ordini di grandezza, tanto da minacciare con la sua stazza gli Eterni che gli stavano alle spalle credendosi al sicuro, fino quasi a lambire uno dei confini del cosmo.
Al momento di sfogarsi sulla vittima, però, X'En non la vide più. Rapiti dalla magnificenza della rabbia della Fiamma Immortale, gli Eterni l'avevano persa di vista e nemmeno sentivano più le sue voci, né ne percepivano gli effetti distorsivi sull'ordine delle cose.
Il nuovo Eterno, che secondo il suo nome "non ha colpa", era sparito.

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