mercoledì 30 ottobre 2019

Sussurri della Semina -IV-

Ponendosi quindi come ago nella bilancia dell'eterno conflitto, il Primo Codice avrebbe da quel momento consumato il ruolo del potere che sottomette a sè un potere a esso inferiore, perché tutte le forze, persino i Gemelli che del cosmo sono le prime e più potenti forze eversive, soccombono felici davanti alla magnifica immobilità del suono che diventa parola.
Nella volontà bruciante di operare lo stesso miracolo, Lhé si lanciò alla caccia di Ahn per assorbirne l'essenza, ma l'Eterno del Suono non poteva essere ghermito, a prescindere da quanta foga Lhé versasse nei suoi tentativi. Desiderando però che il suo evocatore avesse pace, Ahn lo addestrò alla pronuncia di una nuova parola; ma la voce di Lhé era debole, poco più di una corrente tra le stelle e i vuoti, e nel cosmo non era rimasto nulla da plasmare.
Allora venne Szotlan che si offrì allo scopo, potendo contribuire alla parola con la voce e alla plasmazione con la sua stessa essenza. Persuasi dalla natura sincera del Primo Sangue, felice nel sacrificio perché nato per esso, Lhé e Ahn gli insegnarono la parola.

mercoledì 23 ottobre 2019

Sussurri della Semina -III-

Dopo aver atteso che gli eventi arrivassero a compimento secondo le leggi della sintonia, Ahn emise le parole "Ama Nundra Mun" per plasmare un brandello di materia, fino ad allora insignificante, che non potesse essere rivendicato da nessuno perché aveva un nome e il suo nome significava "culla tra i vuoti". Così Ahn fece di Ama Nundra Mun l'unico esemplare di materia inerte dotato della dignità dei viventi, e in quanto tale divenne limite dei Gemelli al loro appetito senza riposo.
Questo atto fu il Primo Codice del cosmo e quando tutto arriverà alla fine, quando il tessuto si sfilaccerà, quando i figli toglieranno il suolo da sotto i piedi dei padri, quando le fondamenta degli altri codici invecchieranno nella polvere, esso esisterà ancora.

mercoledì 16 ottobre 2019

Sussurri della Semina -II-

Avendo pietà per il dolore del suo evocatore, Ahn ne plasmò la ferita per chiuderla ed evitare che da essa si disperdesse troppa essenza. Ahn chiamò Lhé il suo evocatore, perché significa "prima di me", e Szotlan l'essenza ormai separata dal corpo di origine e fluttuante nel piano. Sugellata e al contempo plasmata, l'essenza Szotlan fu il primo sangue versato e nel sacrificio della sua nascita si riconobbe.
Nella frazione di tempo in cui si verificavano questi eventi, la coda della nascita di Ahn continuava a creare effetti in ogni più buio recondito del cosmo: la Materia veniva divisa, rivoltata contro se stessa, e così spinta verso i gelidi e alieni vuoti del caos, inadatti a ospitarla e quindi a essa nemici, che la ferirono come tempo prima essa aveva a sua volta ferito Lhé. Da queste violenze si formarono i gemelli Ik Ki e Drà, gli antichi veli senzienti che rivelano e nascondono tutte le cose; potendo però scegliere tra tante strade per esercitare il loro potere, non soltanto ne scelsero una, ma la stessa: il conflitto.
Lhé, Ahn e Szotlan capirono che i gemelli avrebbero anelato il dominio sulla Materia perché la qualità della loro natura li aveva privati di un corpo. E così fu. Da allora fino ai giorni nostri, e per sempre, la Materia è il campo di battaglia su cui Ik Ki e Drà cercano di consumarsi. Dove vince il primo, risplendono le stelle; dove prevale l'altro, si allungano le ombre dell'assenza assoluta.

mercoledì 9 ottobre 2019

Sussurri della Semina -I-



La Sua esistenza fu pesata attraverso il voto di tre volte tre eoni, fu giudicato che fosse ancora necessario crearla e quindi, ricorrendo ai riti blasfemi propri di quell'Altrove, attingendo alle energie dei celebranti e delle risorse felici di sacrificarsi allo scopo, la Sua esistenza finalmente fu compiuta. Non nacque, però, nell'Altrove che lo aveva voluto. Venne invece nel nuovo piano esistenziale che l'Altrove aveva scoperto e che più tardi, molto più tardi, forse addirittura in un piano parallelo, qualcuno chiamerà Materia. Abbandonato dai suoi creatori e dunque condannato a non avere alcuno strumento con cui conoscere il suo esilio, l'essere provò a entrare in contatto con l'infinito e spaventoso grembo di Materia che senza occhi lo fissava da ogni parte, e che a quel timido approccio reagì ferendolo. Il dolore dell'essere eruppe in una forza che squassò le fondamenta della Materia, modellandola, distorcendola, abbattendola ancora una volta e trasformandola all'infinito. La forza era Ahn, perché Ahn era contemporaneamente il suo titolo e la formula usata per evocarla, e da quel momento trovò uno scopo nel propagarsi veloce attraverso la Materia, e non malgrado essa, grazie alla morbosa e continuata auto evocazione. Ahn era suono.

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